Gli strati più superficiali della pelle sono formati da cellule morte: sono messe le une sopra le altre a formare una vera e propria barriera molto compatta, che fa da scudo ai tessuti sottostanti. Devi immaginarle come i mattoni di un muretto: sono tutti ben saldati grazie al cemento, e quelli alla base sono quelli che di solito si conservano meglio, mentre man mano che si sale noti più imperfezioni, perché i mattoni più in superficie sono stati a contatto con piogge, intemperie, ecc.
La pelle, nella sua parte più esterna, è esattamente formata in questo modo: i mattoni più in basso che quindi si conservano meglio, sono le cellule ancora vive e attive nella pelle. Quando però inizi a salire, cioè ad avvicinarti sempre di più agli ultimi strati a contatto con l’ambiente, le cellule si appiattiscono e muoiono. Questo perché, essendo più sottili, possono svolgere meglio la loro funzione di schermo protettivo.
Anche le cellule però hanno un cemento che le unisce, che non è altro che una sostanza grassa (si chiama ceramide) che lega e compatta tutte le cellule. Ma anche questa sostanza grassa in superficie, a contatto con l’ambiente, pian piano tende a sfaldarsi e consumarsi: le cellule che rimangono senza questo “cemento” sono quelle che ogni giorno perdiamo senza neanche accorgercene, quando, ad esempio, strofiniamo la mano su un braccio o ci vestiamo.
Le cellule della pelle però non rimangono ferme, ma subiscono continuamente trasformazioni: perché nella parte più bassa si formano cellule sempre nuove, che spingono quelle di sopra sempre più in alto: man mano che le cellule arrivano verso la superficie, muoiono. Quelle nuove, e quindi più attive e vitali, si formano quando la superficie della pelle è ormai poco protetta e servono altre cellule per “dare il cambio”.
Queste cellule morte tendono a farci avere, soprattutto in viso, un colorito spento. Ma non solo: togliendo questo strato di cellule ormai non più attive, dalla nostra pelle, si stimolano le cellule che stanno più sotto a rinnovarsi e a funzionare al meglio. Allora come fare per avere un colorito più sano e luminoso, e allo stesso tempo riattivare le funzioni della pelle? Con l’ esfoliazione.
Esfoliare la pelle ci permette di eliminare le cellule morte della superficie, che ormai non servono più, e stimolare la pelle a rigenerarsi, producendo nuove cellule. È importante sapere, però, che questa rigenerazione ha un tempo ben preciso: le cellule morte, infatti, rimangono sulla superficie per circa due settimane prima di sfaldarsi o essere lavate via. Ma, come abbiamo detto, esfoliare significa rimuoverle più in fretta del normale, e quindi questo procedimento va eseguito ogni 7-10 giorni. Esfoliare la pelle, inoltre, ci consente di rimuovere da essa anche sebo, sostanze inquinanti che si depositano sulla sua superficie, ecc.
Se hai una pelle secca o sensibile è bene esfoliare la pelle a distanza di 10-12 giorni circa tra un trattamento e l’altro.
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