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Dare tridimensionalità al trucco..che vuol dire?

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Molto spesso da make up artist e truccatori sentiamo la frase “…per dare tridimensionalità al trucco..”: ma cosa significa esattamente? Quando si è del settore ci si dimentica che alcuni concetti possono non essere chiari a tutte, specialmente se si è alle prime armi. [foto maskara.com]

tridimensionalità viso

 

Per questo motivo oggi affrontiamo questo tema, di grandissima importanza, specialmente negli ultimi tempi, in cui tecniche come il contouring ed il più recente “strobing” la fanno da padrona. Cosa hanno a che fare questi due metodi con la tridimensionalità del viso? Beh, tutto! Ma andiamo per step.

 

 

Il viso senza trucco

Se osservi attentamente il tuo viso completamente struccato e sotto una luce omogenea, potrai notare che il colore di base è uniforme. Non parliamo naturalmente di macchie o rossori, che sono considerate imperfezioni. La luce omogenea illumina il viso in modo uniforme, senza che su di esso si formino ombre o punti luce. E’, insomma, come se osservassi una tela bianca, formata dunque da un unico colore. In questo caso si dice che il viso è “bidimensionale”, o meglio ancora “piatto”, proprio come il foglio al quale mi riferivo poc’anzi. La stessa cosa accade quando applichiamo solo il fondotinta, anzi se vigliamo l’effetto è ancora più marcato: stendendo il fondotinta su tutto il viso, infatti, copri anche le imperfezioni, quali ad esempio i rossori, e rendi la tua pelle ancora più omogenea. In questo modo il tuo viso ha lo stesso colore da qualsiasi parte.

 

Le luci/ombre naturali

In realtà il nostro viso non appare piatto a chi ci guarda: la luce, sia essa naturale o artificiale, creerà sempre delle ombre e delle zone più luminose sul nostro viso, che dunque non apparirà più piatto e bidimensionale, ma “tridimensionale”. Ti riporto qualche esempio:

  • le guance sono una zona che solitamente sporge leggermente rispetto alla mandibola. Quando la luce colpisce il viso, e osservi un viso frontalmente, automaticamente noterai che si crea una leggera ombra al di sotto di esse, facendole apparire più prominenti e sporgenti. Se osservi invece la guancia posizionandoti lateralmente al viso che stai osservando, non avresti più questa sensazione, e la guancia non ti sembrerà poi così tonda e sporgente.
  • lo stesso ragionamento vale anche per gli occhi. Anche l’occhio presenta delle naturali zone d’ombra, come la piega dell’occhio. Questo si nota maggiormente sugli occhi tondi o sporgenti: la luce colpisce principalmente la palpebra mobile e l’arcata sopraccigliare, che sono le parti più prominenti, e lascia in ombra la piega.

 

Come si da tridimensionalità con il trucco?

Il ruolo del make up è semplicemente quello di sottolineare le naturali zone d’ombra che si formano sul viso, in modo tale da non farlo apparire piatto e bidimensionale (come se la luce lo colpisse in modo omogeneo), ma dandogli tridimensionalità, ovvero creando sporgenze (grazie all’illuminante) e rientranze (grazie alla terra) in modo da dare profondità ai lineamenti. Questo concetto è molto importante, perché è alla base di molte tecniche e del make up correttivo.

 

Ricorda che si da tridimensionalità al viso non solo con terra e illuminante, ma anche con il blush! A questo proposito ti invito a scoprire la mia tecnica del contouring blush!

 

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Make up artist, Visagista, Dottoressa in Scienze Erboristiche e amante della natura. Fondatrice e Autrice di www.ilmiomakeup.it.

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